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Effetto Covid-19 anche sulle imprese di stranieri

27/08/2020

Nel 1° semestre 2020 frena la crescita delle ditte dei migranti

Continua a crescere, ma con un significativo rallentamento a causa del Covid-19, la comunità delle imprese di stranieri in Italia. Nel primo semestre del 2020 il saldo tra le nuove imprese e quelle che hanno chiuso i battenti si è attestato a 6.119 unità, portando lo stock di imprese di stranieri a raggiungere il valore di 621.367 unità, l’1% in più rispetto al 31 dicembre scorso. Se confrontato con lo stesso dato del 2019, il progresso evidenzia però un forte “effetto-frenata” dovuto al Covid-19: tra gennaio e giugno dello scorso anno, infatti, il bilancio tra aperture e chiusure di imprese di stranieri aveva fatto segnare 10.205 imprese, il 40% in più rispetto al dato di quest’anno.
È quanto risulta dalla fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere sulle imprese di stranieri nel periodo gennaio-giugno 2020, a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.
La concentrazione maggiore di imprese di stranieri continua a registrarsi in Toscana, dove il 14,2% di tutte le attività economiche ha origini fuori dall’Italia. Liguria (13,7%) e Lombardia (12,6%) sono le regioni che seguono da vicino, insieme a Lazio, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia (tutte oltre il 12%).
La forma giuridica più diffusa resta quella dell’impresa individuale (475mila unità pari il 76,5% del totale, una quota di molto superiore alla media italiana, ridottasi negli ultimi decenni a circa il 52%). Poco meno di 100mila imprese di stranieri adottano invece la forma di società di capitali (96.964 unità, il 15,6% del totale).
Le attività in cui si registrano il maggior numero di iniziative di stranieri sono il commercio (circa 160mila), l’edilizia (120mila) e l’alloggio e ristorazione (48mila). Guardando però all’incidenza di queste realtà sul totale delle imprese operanti in Italia, i settori con l’incidenza più elevata di imprese di stranieri sono le telecomunicazioni (32,9%) e la confezione di articoli di abbigliamento (dove si arriva al 32%).
Per quanto riguarda le nazionalità, fra le imprese individuali la comunità più numerosa (con 63.619 attività) è originaria del Marocco, seguita da quella cinese (52.727) e da quella romena (52.014). Più distanziata la coppia Albania (34.020) e Bangladesh (30.528).

Il quadro in Trentino-Alto Adige
In Trentino-Alto Adige le imprese di stranieri registrate al 30 giugno 2020 sono 7.957, con un saldo positivo fra aperture e cessazioni di attività di 161 unità. Le ditte condotte da migranti rappresentano il 7,2% del totale delle imprese registrate al 30 giugno sul territorio regionale (109.967).
In provincia di Trento le ditte di stranieri sono 3.598 e rappresentano il 7,1% delle imprese registrate sul territorio provinciale, con un saldo positivo di 58 unità e un tasso di crescita dell’1,6%.

La nota di Unioncamere

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Pubblicato il: Giovedì, 27 Agosto 2020

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