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Discriminazione, segnalazioni in aumento

25/03/2011

La maggior parte delle vittime sono persone coniugate, di istruzione medio-alta, operai o impiegati

Le vittime delle discriminazioni razziale in Italia sono per il 63,4% stranieri, più uomini che donne, più adulti che giovani, la maggior parte operai o impiegati. Ma la discriminazione razziale è un fenomeno che spesso rimane sommerso, per paura, ignoranza, sfiducia. Più propense a denunciare una discriminazione sarebbero le persone con una condizione sociale più stabile: le vittime infatti nella maggior parte dei casi sono in Italia da più di cinque anni.
Lo afferma il Rapporto 2010 dell’Unar (l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) presentato recentemente a Roma. Le segnalazioni raccolte nel 2010 dall'Unar sono state complessivamente 766, mentre nel 2009 erano state 373. Il 10% delle segnalazioni riguarda discriminazioni non razziali ma di genere, orientamento sessuale o religioso. Circa una segnalazione su due proviene dalle stesse vittime di discriminazione, una su quattro è invece direttamente promossa dall'Unar, una su cinque è segnalata da un testimone. Solo l’8% dei casi è segnalato da un'associazione o un ente esterno all’Ufficio. Crescono i casi relativi a discriminazioni attuate dai mass media, quasi il 20% nel 2010 contro il 10,8% del 2009. Aumentano anche le segnalazioni relative alla vita pubblica e all’erogazione di servizi da enti pubblici e diminuiscono invece quelle relative al lavoro e alla casa. Quasi una segnalazione su quattro riguarda stranieri che provengono dall’Europa orientale e dai Balcani, mentre quelle di persone dell’Africa del nord sono circa il 20%.
La maggior parte delle vittime sono persone coniugate, di istruzione medio-alta che lavorano come operaio o impiegato. Tra le vittime, però, sono numerose le persone che non lavorano, in prevalenza donne. Secondo il rapporto, tra gli uomini sono più riscontrati i casi di discriminazione diretta, mentre tra le donne è più frequente l’aggravante delle molestie.

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Pubblicato il: Venerdì, 25 Marzo 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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