Vai menu di sezione

“Da immigrati a nuovi cittadini”

25/05/2012

Quasi la metà degli immigrati non comunitari ha un permesso di soggiorno a tempo indeterminato

Negli ultimi 20 anni sono avvenute modifiche profonde nel tessuto economico e sociale dell’Italia. È cresciuta l’immigrazione: negli ultimi dieci anni, la popolazione straniera in Italia è quasi triplicata e si è realizzato, per molti se non per tutti, un significativo processo di inclusione sociale e radicamento. Quasi la metà degli immigrati non comunitari ha un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, spiccata è anche la tendenza a ricomporre in Italia la famiglia precedentemente costituita nel paese di origine. 79 ragazzi su mille nelle scuole italiane sono stranieri. I dati sono forniti dal rapporto 2012 dell’Istituto nazionale di statistica.
L’Italia con circa 60 milioni di abitanti è il quarto paese dell’Unione europea per dimensione demografica dopo Germania, quasi 82 milioni, Francia, 65 milioni e Regno Unito, più di 62 milioni. I cittadini non comunitari sono oltre 3 milioni e mezzo e hanno contribuito quasi interamente all’aumento decennale della popolazione. L’incidenza di cittadini stranieri sul totale dei residenti in Italia, il 6,3 per cento, non è molto distante da quella di alcuni grandi paesi di più consolidata tradizione immigratoria, come la Germania (l’8,8 per cento), la Francia (7,5 per cento) o il Regno Unito (7,2 per cento), dove, però, molti immigrati di seconda e terza generazione hanno acquisito la cittadinanza del paese ospitante e dunque non vengono più conteggiati come popolazione straniera.
Il rapporto dell’Istat evidenzia nel capitolo “Vent’anni di economia e società” che dai primi anni Novanta ad oggi non solo è cresciuta la presenza straniera, ma si sono registrate anche importanti trasformazioni dei flussi migratori. L’elevata eterogeneità delle provenienze e la diversità nella crescita della popolazione straniera per paese di origine sono tra le caratteristiche principali dell’immigrazione straniera in Italia. Se nel 1994 la metà degli immigrati proveniva da 10 paesi, nel 2011 questa metà è originaria da solo 5 paesi, ovvero Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina.
La maturità dell’immigrazione in Italia è testimoniata anche dalla crescente rilevanza delle acquisizioni di cittadinanza e, in particolar modo, da quelle per naturalizzazione. Rilevante anche il numero di acquisizioni di cittadinanza per trasmissione da parte dei genitori ai figli e quelle che interessano i nati in Italia al compimento della maggiore età. Nel 2010 sono divenuti italiani 65.938 cittadini stranieri. La tendenza ad ampliare la dimensione familiare scegliendo di avere figli in Italia è rilevante e in continuo aumento. Nel 2010 sono stati oltre 78 mila, pari al 13,9 per cento del totale dei nati. In circa venti anni − dal 1992 al 2010 − la quota di nascite con almeno un genitore straniero è passata da poco più del due per cento del 1992 al 18,6 per cento del 2010. Al primo gennaio 2011 i minori stranieri residenti ammontano a 993 mila, ovvero il 21,7 per cento del totale dei cittadini stranieri residenti.

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Venerdì, 25 Maggio 2012 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto