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Cambiano le regole per la casa itea

24/05/2008

Alla Festa dei Popoli a Trento è stato distribuito un volantino redatto dalle associazioni sindacali e sottoscritto da alcune associazioni di volontariato

Oggi (24 maggio) alla Festa dei Popoli a Trento è stato distribuito un volantino redatto dalle associazioni sindacali e sottoscritto da alcune associazioni di volontariato, in cui viene chiesto alla Giunta provinciale di Trento tra altre cose "di cambiare la decisione che rischia di escludere dall'integrazione al canone centinaia di famiglie di lavoratori stranieri. Anche questo provvedimento - si legge nel volantino - mette a rischio l'alto grado di convivenza raggiunto fino ad oggi in Trentino, perché aumenta pericolosamente le difficoltà delle famiglie straniere bisognose e produce disgregazione". Per dovere di cronaca il volantino lancia un allarme più in generale sulla "preoccupante deriva del dibattito sulla sicurezza" che rischia una "guerra tra i poveri" e lo "straniero può diventare il bersaglio inerme su cui scaricare rabbia e frustrazione". Ma quali sono le decisioni che la Giunta provinciale di Trento ha adottato recentemente? Le risposte nei comunicati ufficiali dell'esecutivo; per approfondimenti rinviamo ad una lettura integrale dei testi. Innazitutto "l'invito - dell'assessore provinciale alle politiche sociali di Trento, Marta Dalmaso, del 15 marzo scorso (com. nr. 624 ) - a non generalizzare e semplificare la lettura di un fenomeno - quello dell’immigrazione e dell’assegnazione di alloggi pubblici - che è stato oggetto di una particolare attenzione da parte della Provincia autonoma di Trento e dell’Itea, proprio per evitare - aveva detto l’assessore - qualsiasi motivo di scontro o penalizzazione per i cittadini trentini (e non solo), con l’obiettivo di fornire un rapporto equilibrato e civile tra immigrati ed italiani, libero da paure e in grado di contrastare la visione distorta secondo cui un immigrato è cittadino accettato purché non chieda nulla”. L'assessore aveva inoltre precisato che “Le famiglie trentine e italiane non concorrono con i cittadini stranieri per l’assegnazione degli alloggi pubblici Itea in provincia di Trento. Le domande presentate dagli stranieri sono inserite in una graduatoria separata sulla base di un numero di alloggi contingentato” In un'altra nota stampa del 16 maggio scorso (com. nr. 1257 ) la Giunta provinciale di Trento aveva comunicato che relativamente alle politiche pubbliche sulla casa “ci saranno regole certe, sicurezza, presenza di servizi sociali e di aggregazione”. Questa è dunque la strada scelta dalla Provincia autonoma di Trento per “fare in modo - si legge nella nota - che i cosiddetti quartieri popolari non diventino ‘terra di nessuno’, dove non si rispettano le regole della civile convivenza, dove forme di disagio sociale possono alimentare insicurezza, paura, ansia, rifiuto e chiusura”. Sono direttive contenute nelle “Linee di indirizzo e coordinamento agli enti locali concernenti la politica provinciale della casa nel settore dell’edilizia abitativa pubblica”. Linee d’indirizzo e coordinamento che l’esecutivo provinciale sottoporrà al parere del Consiglio delle autonomie e che riguardano aspetti quali la quota di alloggi da destinare agli stranieri (10 per cento), l’utilizzo del Fondo provinciale casa (concernente anche il contributo integrativo al canone di locazione), la gestione della vivibilità negli agglomerati urbani ad elevata presenza di alloggi pubblici, la presenza di servizi primari e socio-assistenziali. In un’altra nota stampa di ieri 23 maggio (com. nr. 1350 ), la Giunta provinciale di Trento ha inoltre comunicato di aver deciso di modificare il regolamento delle case Itea, prendendo atto delle problematiche emerse in questa prima fase attuativa della riforma. La Provincia autonoma di Trento ha deciso di “adottare gli accorgimenti idonei ad evitare che si creino, oltre che allarme sociale, anche reali situazioni di ingiustizia”. Tre sono i fattori - si legge nella nota stampa - dai quali nasce la proposta di modificare il regolamento delle case Itea. In primo luogo, l’analisi delle domande di accesso alla casa pubblica raccolte nel secondo semestre del 2007 - precisa la nota della Giunta provinciale - ha finalmente consentito di conoscere compiutamente le condizioni economiche dei nuclei familiari interessati, che dal punto di vista delle risorse patrimoniali mobili sfuggivano completamente. Inoltre, l’evoluzione internazionale che ha portato all’ingresso nell’Unione Europea di nuovi paesi - prosegue il comunicato - ha prefigurato uno scenario nel quale, diventando cittadini comunitari, persone che fino ad anni recentissimi erano extracomunitari (e quindi inseriti, per quanto riguarda l’accesso alle case pubbliche, in graduatorie separate) vanno considerate alla stessa stregua degli italiani. Infine - si legge nel comunicato - i comprensori e i comuni di Trento e Rovereto, avendo un contatto diretto e quotidiano con i cittadini, hanno segnalato situazioni particolari che, magari non rientrando pienamente nell’assetto disegnato, sono pur tuttavia meritevoli di tutela”.

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Pubblicato il: Martedì, 12 Agosto 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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