Vai menu di sezione

“Badanti”, l'impatto nei Paesi d'origine

22/06/2021

Analisi degli effetti economici e delle ricadute sociali

Negli ultimi vent’anni la presenza di lavoratori stranieri (soprattutto lavoratrici) ha rappresentato un bacino molto importante per il settore del lavoro domestico in Italia. In particolare, la componente più numerosa è quella dell’Est Europa, tanto che ad oggi i lavoratori di quell’area rappresentano il 30,4% tra i collaboratori familiari (colf) e il 52,2% tra gli assistenti familiari ("badanti").
Lo afferma l’Osservatorio nazionale DOMINA sul lavoro domestico, che ha analizzato anche l’impatto di questa forza lavoro nei Paesi d’origine.
Innanzitutto, affermano i ricercatori, bisogna sottolineare che si tratta di una presenza prevalentemente femminile: le donne rappresentano il 90,7% tra gli italiani e l’87,9% tra gli stranieri, con punte del 96,6% tra i domestici dell’Est Europa.

Le rimesse
Il primo effetto (e motivo dell’impegno lavorativo in Italia) è il trasferimento di denaro verso i Paesi d’origine. Rapportando i flussi in entrata rispetto al PIL nazionale, si nota che per molti Paesi le rimesse rappresentano una fonte importante: sfiorano il 16% del PIL della Moldavia, mentre superano il 10% in Georgia, Senegal e Ucraina. Le rimesse ricevute superano l’8% del PIL anche per Filippine, Pakistan, Sri Lanka, Albania e Dominica. Osservando i dati 2020 sui flussi di denaro inviati dall’Italia, le prime destinazioni sono il Bangladesh (707 milioni, 10,5% del totale rimesse), la Romania (604,47 milioni, 8,9% del totale) e le Filippine (449,29 milioni, 6,6%). La stima delle rimesse inviate in patria dai lavoratori domestici italiani ammonta a oltre 1,6 miliardi, pari a quasi un quarto delle rimesse complessive.

Gli orfani bianchi e la “Sindrome Italia”
Oltre al dato economico – affermano i ricercatori – è opportuno considerare le ricadute (negative) dell’emigrazione di donne sole, disponibili a lavorare presso l’abitazione di anziani non autosufficienti. Questo processo ha determinato nei Paesi d’origine il fenomeno dei cosiddetti “orfani bianchi”. Secondo i dati Unicef riportati dall’Osservatorio DOMINA, sarebbero almeno 350mila in Romania e 100mila in Moldavia.
Bisogna poi considerare gli effetti sulla psiche delle lavoratrici, lontane dai propri affetti e a stretto contatto con situazioni di malattia e sofferenza. Lo stress e la privazione di relazioni affettive contribuiscono a sviluppare una forma di depressione nota col nome di “Sindrome Italia”, che si traduce in disturbi d’ansia, attacchi di panico, insonnia e depressione.
È importante, afferma l’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico, che i lavoratori e le lavoratrici mantengano un legame con la propria famiglia d’origine e soprattutto con i propri figli, anche attraverso le nuove tecnologie.

Nota dell'Osservatorio Domina

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Martedì, 22 Giugno 2021

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto