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Aumentano i lavoratori stranieri in Italia

17/12/2015

Nel secondo semestre del 2015 il tasso di occupazione dei cittadini di origine straniera è del 59,2%

Sono aumentati di 111mila unità i lavoratori stranieri in Italia nell'anno 2014, per un totale di quasi 2 milioni e 300mila. E’ quanto risulta dal XXI Rapporto sulle migrazioni 2015 realizzato dall’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità). Lo studio evidenzia che dopo un lieve calo nel primo trimestre 2015, il numero di occupati stranieri è tornato a crescere nel secondo trimestre, portando a un saldo positivo di 50mila unità rispetto allo stesso periodo del 2014. Anche l’occupazione autoctona segnala un saldo positivo (+129mila) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo quota 20 milioni e 136mila.
I cittadini di origine straniera hanno superato la soglia del 10% del totale degli occupati. Gli ultimi dati disponibili del secondo semestre 2015 evidenziano che il tasso di occupazione degli stranieri si attesta al 59,2%, mentre il tasso di occupazione degli italiani è stato pari al 56% .
Secondo il rapporto Ismu, la popolazione straniera registra nel 2014 un alto tasso di attività rispetto alla popolazione italiana (70,4% contro il 63,2%). Gli stranieri inattivi sono 1,2 milioni, dei quali oltre il 70% è costituito da donne. Proprio le donne risultano escluse dal mercato del lavoro, principalmente per la difficoltà che trovano nel conciliare l'impegno occupazionale con la necessità di accudire i figli o persone non autosufficienti. Inoltre, la condizione di Neet (giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro, né nella formazione) è particolarmente diffusa tra le giovani donne immigrate.
Per quanto riguarda le posizioni lavorative, lo studio dell’Ismu rileva che sono poche le possibilità di carriera anche per gli immigrati più istruiti. Oltre il 70% degli stranieri è impiegato come operaio e meno dell’1% come dirigente o quadro. Considerando coloro che hanno un livello di istruzione universitario, solo il 35,7% degli stranieri (rispetto all’83% di italiani) svolge professioni intellettuali e tecniche, mentre il 23,2% svolge un lavoro manuale non specializzato. I dati dimostrano che la maggior parte degli immigrati che si stabilizzano in Italia segue un percorso di mobilità discendente con poche possibilità rispetto alla posizione ricoperta prima di emigrare e con poche possibilità di fare carriera: dopo il primo lavoro, quasi la metà degli stranieri non ne trova uno migliore e solo il 29,7% raggiunge un gruppo professionale superiore a quello di partenza, mentre il 23,6% (il 26,1% delle donne) transita in un gruppo professionale addirittura inferiore a quello iniziale.
La popolazione immigrata presenta poi una ridotta capacità di reddito. In 4 casi su 10 i cittadini stranieri percepiscono una retribuzione (o comunque dichiarano di percepire) non superiore agli 800 euro e soltanto nello 0,6% dei casi arrivano a guadagnare 2mila euro.

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Pubblicato il: Mercoledì, 09 Dicembre 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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