06/08/2024
Pubblicato dalla Comunità “Papa Giovanni XXIII”
06/08/2024
Pubblicato dalla Comunità “Papa Giovanni XXIII”
La Comunità “Papa Giovanni XXIII”, in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani celebrata lo scorso 30 luglio, ha pubblicato il “
Report 2024 – Vittime di tratta, tra vulnerabilità multiple e resilienza
”.
Lo sfruttamento sessuale rimane la forma più diffusa e dannosa, sia a livello fisico che psicologico, ma a questo si affianca sempre più spesso il fenomeno della tratta a fini di sfruttamento lavorativo e il reclutamento attraverso le piattaforme online.
Il Report evidenzia come in Europa, nel 2023, sia stato registrato un aumento delle segnalazioni di casi di tratta di esseri umani (+ 41%), rispetto agli anni precedenti. Questo aumento è la conseguenza del miglioramento dei meccanismi di referral e quindi della identificazione, segnalazione dei casi di tratta e invio ai servizi di protezione specializzati ma anche conseguenza degli interventi per proteggere le persone in fuga, facili prede dei trafficanti.
Il report presenta inoltre le attività di prevenzione, assistenza ed accoglienza realizzate nel 2023 dall'associazione: la Comunità “Papa Giovanni XXIII” ha potenziato le attività di primo contatto alla tratta online per intercettare le vittime. Le persone vulnerabili sono spesso contattate attraverso i canali social, con promesse di istruzione, impiego, alloggio o relazioni sentimentali.
L'attività di mappatura della Comunità porta l'esempio delle persone incontrate in Puglia; le vittime provengono principalmente dall'America meridionale (Venezuela, Colombia, Brasile, Argentina) e dall'Europa dell'est (Albania, Romania, Bulgaria, Moldavia). L’età presunta delle persone contattate varia tra i 18 e i 35 anni.
Le 101 persone prese in carico dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nell'anno scorso in Italia sono state principalmente madri, giovani fragili e vittime di violenze multiple. Tra loro, circa 1 su 5 ha figli con disabilità. Molte di loro sono rientrate dal loro percorso migratorio nel nord Europa, per trovarsi in condizioni di disorientamento, esposte ulteriormente al rischio di ricadere nelle mani dei trafficanti. Grazie a progetti finanziati da fondi europei, l'associazione ha sostenuto poi 70 persone attraverso percorsi individuali mirati alle specifiche vulnerabilità, promuovendo la loro salute e integrazione lavorativa.