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Studio OIM: imprenditorialità degli immigrati, un fenomeno globale in crescita

07/09/2022

In Italia, nel 2021, su 7.557.982 imprenditori il 10% è di origine immigrata

Pubblicato sul sito OIM (Organizzazione mondiale per l’immigrazione), il research brief sull’imprenditoria immigrata in Italia spiega come Il lavoro autonomo rappresenti una delle strade più percorribili per la mobilità socio-economica degli immigrati: un percorso di reale integrazione economica e sociale rispetto alla più tradizionale forma del lavoro dipendente. Inoltre, considerando le barriere linguistiche, soprattutto per i nuovi arrivati, indica come ci siano opportunità specifiche derivanti dal capitale sociale degli immigrati: le loro reti di connazionali.
La fonte dei dati sull'imprenditoria immigrata in Italia è resa disponibile da Infocamere, che gestisce il Registro nazionale delle Imprese, l'anagrafe ufficiale delle imprese e delle aziende italiane.
Come nel panorama globale, anche in Italia l'imprenditorialità degli immigrati è caratterizzata da una crescita costante. Su un totale di 7.557.982 imprenditori registrati in Italia nel dicembre 2021, un 10% è costituito da imprenditori immigrati.
La quota di imprenditori autonomi immigrati è caratterizzata da una crescita significativa (+31,6%) rispetto ai dati del 2011. Gli imprenditori stranieri nati in Cina, Romania e Marocco rappresentano quasi un terzo dell'imprenditoria immigrata in Italia, essendo rispettivamente il 10,1%, il 10,0% e il 9,2% del totale.
Tra i gruppi di origine immigrata che mostrano una forte spinta all'imprenditorialità si distinguono senza dubbio: i macedoni (52,9%) seguiti da russi (39,4%) e cinesi (36,5%).
I lavoratori autonomi di origine immigrata sono concentrati nelle regioni del centro/nord Italia. La Lombardia ospita il maggior numero in assoluto con poco meno di 160mila imprenditori registrati nel 2021. Seguono Lazio (85mila) Emilia Romagna, Toscana e Veneto.
Come in molti settori professionali, anche nell'ambiente imprenditoriale, le donne risultano tendenzialmente svantaggiate rispetto alla controparte maschile. Tuttavia, dati recenti dimostrano che l'imprenditoria femminile e, più in particolare quella di immigrate, in Italia è in aumento. Ad esempio, tra il 2011 e il 2021, le imprenditrici italiane sono aumentate del 42,7%. Nel 2021, l'Italia ha registrato 205.951 imprenditrici autonome nate all'estero, che rappresenteranno il 27,3% dell'imprenditoria immigrata totale e il 10% dell'imprenditoria femminile totale del Paese.
L’Italia, nel 2020, ha attuato un proprio progetto nazionale per il sostegno dell'imprenditoria migrante nel Paese. Futurae è un programma di intervento che nasce dalla collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Unioncamere con un duplice obiettivo. Attraverso la costituzione di un Osservatorio, svolgere ricerche sull'integrazione socioeconomica delle imprese gestite da stranieri; in secondo luogo operare direttamente grazie alle Camere di Commercio a fianco degli imprenditori stranieri e di origine immigrata, fornendo formazione, orientamento professionale, assistenza per l'accesso ai finanziamenti e tutoraggio nelle fasi iniziali della costituzione di un'impresa.
Nel 2021 l'Ufficio di coordinamento dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) per il Mediterraneo ha avviato E-merge, un progetto pilota a sostegno delle imprese multiculturali con sede in Italia. Questa iniziativa rientra nell'ambito dei progetti di Migrazione e Sviluppo portati avanti dall'OIM e si rivolge per la prima volta a imprese culturalmente miste. Il progetto fornisce alle imprese multiculturali selezionate un orientamento per l'accesso al credito sfruttando il potenziale delle imprese multiculturali.

La ricerca di OIM

Il sito di OIM

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Pubblicato il: Mercoledì, 07 Settembre 2022 - Ultima modifica: Giovedì, 08 Settembre 2022

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