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“Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità”

03/03/2023

Analisi socio-statistica del Centro Studi e Ricerche IDOS e dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”

"Fin dagli anni ’70 protagoniste dell’immigrazione dall’estero, ancora oggi maggioritarie tra i residenti stranieri, attive nell’associazionismo e nella partecipazione sociale, fondamentali al welfare del Paese, ma gravemente penalizzate nel lavoro e nella società. Su di esse pesano discriminazioni dovute alla differenza di genere e cittadinanza che ne ostacolano l’affermazione personale e il benessere socio-economico."
È quanto affermano il Centro Studi e Ricerche IDOS e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, curatori del libro "Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità".
Le donne – affermano i curatori del volume – sono state protagoniste dell’immigrazione straniera in Italia sin dai suoi esordi, eppure la loro specifica condizione è stata a lungo trascurata: assimilata a quella degli uomini o identificata con ruoli marginali, passivi e stereotipati. La storia dell’immigrazione femminile in Italia, con i relativi dati, parla invece di donne dinamiche, autonome nei loro percorsi e protagoniste delle loro vite, ma marginalizzate e schiacciate su posizioni subalterne da modelli di organizzazione sociale ed economica gerarchizzati per genere e cittadinanza, che le espongono a meccanismi di discriminazione.

Donne migranti e lavoro
Significativa la fotografia che emerge analizzando la partecipazione delle donne migranti al mercato del lavoro. La condizione occupazionale delle donne migranti – sostengono gli autori della ricerca – resta ingabbiata da decenni in ambiti e ruoli occupazionali non solo svantaggiati, ma anche rigidamente predeterminati, i quali ne riducono sia le opportunità occupazionali sia la mobilità sociale e la visibilità nel mondo del lavoro e nella vita collettiva.
Sebbene tra gli stranieri residenti in Italia a fine 2021 le donne siano il 50,9% (quasi 2,6 milioni), esse scendono al 42% tra gli occupati (949.000) per risalire al 52,5% tra i disoccupati (199.000). Inoltre, il loro tasso di occupazione (45,4%) è in assoluto il più basso, rispetto sia agli occupati complessivi (58,2%), sia alle donne italiane (49,9%), sia agli uomini stranieri (71,7%), dai quali sono distanziate di ben 26,3 punti percentuali (tra gli italiani il divario di genere è di 16,7 punti). Una sottorappresentanza statistica, questa delle donne straniere nei dati sull’occupazione regolare, che rimanda anche a un loro più ampio coinvolgimento nel lavoro nero.
Tra le lavoratrici regolari, quasi 9 su 10 sono occupate nei servizi (87,1%) e la metà si ripartisce in appena 3 professioni (collaboratrici domestiche, addette alla cura della persona e impiegate nelle pulizie di uffici ed esercizi commerciali), a fronte di 12 tra tutti gli stranieri e 45 tra gli italiani.
Così, nonostante siano più istruite degli uomini, le immigrate hanno molte meno possibilità di trovare un lavoro coerente coi propri titoli: è infatti sovraistruito ben il 42,5% delle occupate straniere, contro il 25,0% dei lavoratori italiani e il 32,8% degli stranieri in generale.
Inoltre, esse sono più esposte al part-time involontario, che svolgono nel 30,6% dei casi, ossia in misura quasi tripla degli uomini stranieri (11,6%) e quasi doppia delle italiane (16,5%).
Di riflesso, percepiscono una retribuzione media mensile di appena 897 euro al mese (-29% rispetto alle donne italiane e -27% rispetto agli uomini stranieri), una condizione che colloca la metà delle immigrate nel 20% più povero della popolazione.
In particolare, il crescente inserimento occupazionale delle donne italiane ha avuto come contropartita la diffusa delega alle straniere del lavoro domestico e di cura: un compito che continua a ricadere primariamente sulle donne e che, per le immigrate, si traduce in un accesso penalizzante al lavoro, che le confina in ruoli di accudimento e, al tempo stesso, sacrifica la loro dimensione familiare e affettiva. Nel comparto domestico il 70% degli addetti è straniero e, tra questi, l’85% è una donna.

Per approfondire: sito di IDOS

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Pubblicato il: Venerdì, 03 Marzo 2023

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