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Lavoro domestico, l'allarme di Assindatcolf: “Dal 2012 perso un lavoratore su cinque”

07/07/2020

Intanto Domina e Fondazione Leone Moressa analizzano la regolarizzazione su “Il Sole 24 Ore”

Nel 2019 cala il numero dei lavoratori domestici regolarmente assunti: -1,8% rispetto all’anno precedente. Dal 2012, anno dell’ultima sanatoria quando si toccò il picco di 1,01 milioni di rapporti di lavoro, si sono persi complessivamente 164mila rapporti di lavoro, ovvero il 19,4% degli attuali: un lavoratore ogni cinque. Lo afferma Assindatcolf , Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico commentando i recenti dati pubblicati dall’Inps sul lavoro domestico.
Secondo Assindatcolf, si tratta di un trend negativo ormai strutturale che va avanti da quasi un decennio e che non può non allarmare: “Ogni posto di lavoro che sparisce dagli archivi dell’Inps – afferma l’Associazione – va a ingrandire le fila del lavoro nero che, ormai, supera il 60% del totale, con oltre 1,2 milioni di lavoratori invisibili. Una vera piaga generata dall’assenza di una politica attenta alle problematiche del settore”.
“E se da una parte – prosegue Assindatcolf – si conferma il trend progressivo di ‘ritorno’ delle lavoratrici italiane (+5,4% nel triennio 2017-2019), dall’altro continuano a calare le percentuali dei lavoratori stranieri, che comunque rappresentano il 70,3% del totale. Complessivamente, tra il 2012 ed il 2019 ne sono spariti 253.809, il 42,5% dei lavoratori stranieri attuali: quasi uno su tre. Senza un sostegno reale alle famiglie, il lavoro nero è destinato a diventare la regola. Senza incentivi all’assunzione anche la procedura di regolarizzazione attualmente in corso è destinata a essere un flop”.

Regolarizzazione, l'analisi dei dati
E proprio sulla regolarizzazione (che non riguarda peraltro solo il lavoro domestico), e in particolare sul suo impatto economico, intervengono Domina , Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico (attraverso il proprio Osservatorio Nazionale) e Fondazione Leone Moressa .
"Al 1° Luglio sono state 80mila le domande di regolarizzazione arrivate al ministero. Ma quante ancora ne devono arrivare – si chiede la Fondazione – per avere un beneficio economico?" I risultati della ricerca sono riportati in un articolo del 6/7/2020 de “Il Sole 24 Ore ”. Secondo la Fondazione Leone Moressa, per i conti dello Stato la procedura di emersione sarebbe sostenibile solo superando almeno quota 200mila domande di regolarizzazione. Istanze che, per ora, giungono in grande prevalenza dal settore del lavoro domestico. Fra i tanti dati contenuti nell’articolo de “Il Sole 24 Ore”, anche la preoccupazione espressa dai ricercatori riguardo le nazionalità dei lavoratori al centro della domanda di emersione. Nazionalità che non fotografano, secondo gli analisti, le provenienze geografiche che caratterizzano i lavoratori del comparto. Un possibile segnale di un utilizzo fraudolento dello strumento della regolarizzazione.

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Pubblicato il: Martedì, 07 Luglio 2020

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