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Immigrazione in Italia, nel 2020 calo del 30,6% rispetto alla media 2015-2019

09/07/2021

Determinanti le limitazioni per il Covid-19; presentato il Rapporto annuale Istat 2021

Le limitazioni alla mobilità delle persone, come risposta necessaria al fine di contrastare la diffusione del contagio, hanno attenuato gli spostamenti di popolazione sul territorio e ridotto al minimo i movimenti di residenza con l’estero. Lo afferma l’Istat, Istituto nazionale di statistica, che ha presentato (9/7/2021) il Rapporto annuale 2021 “La situazione del Paese”. Nel 2020, rispetto alla media 2015-2019, la mobilità residenziale interna è diminuita del 2,8 per cento, le immigrazioni del 30,6 per cento e le emigrazioni del 10,8 per cento.

Sul piano demografico, il persistente e tendenzialmente più accentuato calo delle nascite, lo straordinario eccesso di mortalità e l’inversione di segno delle migrazioni nette hanno accelerato una tendenza al declino della popolazione che era già in atto dal 2014. Ma se in sei anni la perdita è stata di 705 mila residenti, nel solo 2020 ne sono venuti a mancare ben 384 mila e nel primo trimestre del 2021 si è registrato un calo di altri 90 mila circa.

Sul terreno della natalità – afferma poi l’Istat – si osservano differenze significative anche tra italiani e stranieri, a riprova del ruolo giocato dal diverso grado di incertezza sul reddito e di condizioni familiari: a novembre e dicembre 2020 i nati da genitori stranieri sono diminuiti poco più di quelli da genitori italiani (l’11,4 per cento rispetto all’8,8 per cento), ma il differenziale si è poi allargato, fino a 12,4 punti percentuali, nel mese di febbraio. Anche il lieve recupero di marzo 2021 su marzo 2020 riguarda esclusivamente i nati italiani (+5,9 per cento), mentre quelli stranieri hanno continuato a diminuire (-8,3 per cento).

Leggi il Rapporto annuale 2021 dell'Istat

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Pubblicato il: Venerdì, 09 Luglio 2021

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