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Immigrazione in Italia, il quadro ISMU

11/02/2022

Presentato il 27° Rapporto della Fondazione iniziative e studi sulla multietnicità

Al 1° gennaio 2021, ISMU stima che gli stranieri presenti in Italia siano 5.756.000, 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Il numero (stimato) degli irregolari resta sostanzialmente invariato, attestandosi sui 519mila: a causa del ritardo della procedura valutativa delle istanze della sanatoria del luglio 2020, il dato comprende ancora la quasi totalità delle persone che hanno presentato domanda di emersione. Gli stranieri rappresentano nel complesso circa il 10% della popolazione presente in Italia al 1° gennaio 2021. La popolazione migrante è in calo per il secondo anno consecutivo, in virtù sia della flessione degli ingressi, sia del costante flusso di acquisizioni di cittadinanza.
Sono alcuni dei principali dati del 27° Rapporto sulle migrazioni 2021, elaborato dalla Fondazione iniziative e studi sulla multietnicità e presentato l’11 febbraio 2022.

PROVENIENZE
Il 70% dei migranti arriva da paesi non UE. Per quanto riguarda le provenienze degli stranieri residenti, al 1° gennaio 2021 il gruppo nazionale più numeroso continua a essere quello dei romeni (1 milione e 138mila residenti, il 23% del totale degli stranieri residenti in Italia), seguito dagli albanesi (410mila) e dai marocchini (408mila). I cittadini dei paesi terzi coprono circa il 70% del totale (3milioni e 543 mila unità, includendo anche il Regno Unito).

ASILO
Gli arrivi sulle coste italiane nel 2020 sono stati oltre 34mila, circa il triplo di quanti registrati nel 2019. Nel 2021 gli arrivi via mare sono quasi raddoppiati per un totale di 67.040.
Nel 2020 le richieste d’asilo sono state 26.963, mentre il dato preliminare relativo al 2021 è di 56.388 domande.

CITTADINANZA
Al 1° gennaio 2020 (ultimi dati disponibili) vivono in Italia oltre 1 milione e 500mila (di cui 335mila nati in Italia) “nuovi italiani” che, nati stranieri, hanno successivamente acquisito la cittadinanza.

LAVORO
Sul fronte lavorativo, si osserva come la vulnerabilità della popolazione con background migratorio, già strutturalmente svantaggiata rispetto a quella italiana, si sia accentuata a causa della pandemia: il tasso di occupazione degli stranieri, infatti, subisce una significativa flessione, passando dal 61% del 2019 al 57,3% del 2020.
Si assiste a un ulteriore aggravamento della povertà, giunta nel 2020 a riguardare il 29,3% degli stranieri (contro il 7,5% degli italiani) e il 26,7% delle famiglie di soli stranieri (erano il 24,4% nel 2019), pari a ben 415mila nuclei familiari. Nel 2020 la retribuzione media annua dei lavoratori non comunitari, pari a 12.902 euro, è inferiore del 38% a quella del complesso dei lavoratori. Un segnale positivo arriva invece dall’imprenditoria immigrata: nell’anno più segnato dalla pandemia (2020) si rileva un incremento pari al 2,3% dei titolari e soci nati all’estero. Inoltre nel primo semestre 2021 le imprese “straniere” registrano un saldo positivo di 16.197 unità, nettamente più elevato del corrispondente periodo del 2020.

SCUOLA
Sul fronte scolastico, è interessante notare che nell’anno scolastico 2019/20 per la prima volta gli alunni stranieri iscritti al liceo superano quelli iscritti agli istituti professionali e che, però, il ritardo scolastico riguarda circa il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana (contro il 9% degli alunni italiani).

SALUTE
In Italia la popolazione immigrata ha risentito maggiormente rispetto a quella italiana delle conseguenze dell’ondata da Covid-19. Da recenti studi emerge come i migranti possano essere a maggior rischio di morbosità e mortalità per infezione da Covid-19 per via delle condizioni di vita e di lavoro e delle barriere di accesso all’assistenza sanitaria.

Per approfondire: 27° Rapporto ISMU sulle migrazioni

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Pubblicato il: Venerdì, 11 Febbraio 2022

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