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“Il non-modello italiano per l’integrazione degli immigrati”

28/12/2020

Nuova analisi del Centro studi e ricerche Idos

“Come può un Paese che in quasi mezzo secolo non è riuscito a darsi una efficace legge sull’immigrazione avere una politica organica per l’integrazione dei migranti? Infatti non può... Eppure in Italia qualcosa che assomiglia a un modello, o meglio a un ‘non-modello’ di integrazione c’è: sottotraccia, implicito, non codificato, ma c’è.”
È la tesi alla base di “L’integrazione dimenticata”, recente lavoro del Centro Studi e Ricerche Idos realizzato in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici S. Pio V e presentato nel dicembre 2020.
“Lungi dal rifarsi – afferma Idos – a modelli già affermati (come l’assimilazionismo francese, il melting pot britannico o il lavoratore ospite – gastarbeiter – tedesco), nell’integrazione degli stranieri l’Italia si è mossa negli anni con disorganicità e senza una strategia unitaria, lasciando che si consolidassero dinamiche di discriminazione, segregazione e subalternità.”
“È quanto avvenuto ad esempio – prosegue Idos – nell’accoglienza, dove l’integrazione si è da tempo concretizzata in interventi estremamente basici e di corto respiro (dai corsi di lingua all’orientamento e all’assistenza legale) per i rifugiati e i richiedenti asilo, ormai sempre più identificati nell’immaginario comune come ‘gli immigrati’ tout court; interventi che, una volta usciti dal sistema di accoglienza, non evitano il continuo formarsi di ghetti e sacche di emarginazione, spesso usati dalla criminalità come serbatoi da cui attingere manodopera in nero per l’illegalità.”

Comunicato Stampa del Centro studi e ricerche Idos

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Pubblicato il: Lunedì, 28 Dicembre 2020

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