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Economia dell’immigrazione, il Rapporto della Fondazione Leone Moressa

16/11/2022

In Italia il contributo degli immigrati al PIL è pari al 9%; cresce l’imprenditoria straniera

Il ruolo dei migranti nel “sistema Italia”, con particolare riferimento all’economia del Paese, è al centro del 22° Rapporto annuale (edizione 2022 su dati 2021) sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, presentato recentemente. Di seguito, la sintesi dei principali contenuti.

In ripresa gli ingressi per lavoro. Dopo le chiusure del 2020, nel 2021 tornano a crescere i Permessi di Soggiorno rilasciati: 274 mila, più del doppio dell’anno precedente. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, passati da 10 mila a oltre 50 mila e pari al 18,5% dei Permessi totali. Tuttavia, il primo canale di ingresso per gli immigrati in Italia è il ricongiungimento familiare (44% dei nuovi Permessi). Gli ingressi per lavoro in Italia (8,5 ogni 10.000 abitanti) rimangono a un livello molto più basso rispetto alla media Ue (29,8). Gli stranieri residenti in Italia sono oggi stabili a quota 5,2 milioni, l’8,8% della popolazione.

Lavoratori stranieri penalizzati dal Covid. Gli occupati stranieri nel 2021 sono 2,26 milioni, pari al 10% del totale. Il tasso di occupazione, calato bruscamente nel 2020, rimane più basso di quello degli italiani (57,8% stranieri, 58,3% italiani).

Mercato del lavoro “complementare”. Tra gli italiani, il 37,5% svolge attività qualificate e tecniche, contro il 7,8% degli stranieri. Al contrario, i lavoratori non qualificati sono l’8,5% tra gli italiani e il 31,7% tra gli stranieri. Nonostante la concentrazione in fasce medio-basse, i lavoratori immigrati producono 144 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in Agricoltura (17,9%), Ristorazione (16,9%) ed Edilizia (16,3%).

Imprenditoria immigrata in continua espansione. Continua l’aumento degli imprenditori immigrati, pari al 10% del totale. In dieci anni (2011-21), gli immigrati sono cresciuti (+31,6%) mentre gli italiani sono diminuiti (-8,6%). Incidenza più alta al Centro-Nord e nei settori di Costruzioni, Commercio e Ristorazione.

Impatto fiscale ancora attivo. Nonostante la pandemia abbia determinato un calo nei redditi dichiarati da contribuenti immigrati (-4,3%), il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 28,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 26,8 miliardi) rimane attivo per +1,4 miliardi di euro. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.

I dati locali. In Trentino i contribuenti nati all’estero sono 58.977, con un’incidenza del 13.9% e un reddito medio di 13.710 euro. Il volume Irpef è pari a 102 milioni di euro, con una media di 2.800 euro. Nel 2021 gli imprenditori migranti in Trentino sono 5.455, con un’incidenza del 7,1% sul totale e un aumento del 6,1% rispetto al 2020. Il PIL prodotto dai lavoratori migranti in Trentino-Alto Adige (disponibile solo il dato regionale) ammonta al 6,9%.

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Pubblicato il: Mercoledì, 16 Novembre 2022 - Ultima modifica: Venerdì, 18 Novembre 2022

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