Sarebbero circa 700 i profughi che avrebbero perso la vita nel canale di Sicilia
Una vera e propria ecatombe, molto più grave della già immane tragedia che nell'ottobre del 2013 vide la morte accertata di 368 persone (che viaggiavano verso l'Italia in fuga da guerre, violenze e persecuzioni) e del naufragio della scorsa settimana in cui sono state perse 400 vite. Stavolta, dopo diverse ulteriori tragedie da quello che fu più di un monito, i morti sarebbero circa 700, ma un sopravvissuto parla di circa 900 vittime. Un barcone (una delle cosiddette “carrette del mare”) caricato dai trafficanti oltre ogni limite si è ribaltato nella notte fra sabato 18 e domenica 19 aprile 2015 a circa 60 chilometri a nord della Libia. Lo scafo si sarebbe rovesciato durante i tentativi di soccorso da parte di un mercantile. Sono stati salvati 28 migranti, mentre sono 24 i cadaveri recuperati. Le testimonianze dei sopravvissuti però raccontano, come detto, di circa 900 persone a bordo; della quasi totalità di loro, almeno per ora, si è persa ogni traccia.
Il capo del governo italiano, al termine di un vertice a Palazzo Chigi, ha chiesto un Consiglio UE straordinario.
Nella giornata di lunedì 20 aprile le salme sono state portate a Malta, mentre il governo italiano ribadisce l'intenzione di adottare la linea dura contro gli scafisti.
Dall’inizio del 2015, fa sapere l'Agenzia Onu per i rifugiati, più di 35.000 richiedenti asilo e migranti sono arrivati in Europa meridionale via mare e, se il bilancio di oggi verrà confermato, i morti sono circa 1600. Nel 2014, circa 219.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo, e 3.500 vite sono state perse.
(ultimo aggiornamento: 20/04/2015)
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