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"Tolleranza e accettazione del pluralismo"

13/02/2007

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ricevuto il 12 febbraio 2007 al Quirinale una delegazione di "Nuovi Cittadini"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ricevuto il 12 febbraio 2007 al Quirinale una delegazione di "Nuovi Cittadini", in rappresentanza dei 3500 stranieri per i quali si è completato il procedimento di attribuzione della cittadinanza italiana con la firma del relativo decreto da parte del Presidente Napolitano. Nel suo intervento il Capo dello Stato ha augurato al Parlamento di fare un buon lavoro, dato che dovrebbe presto discutere nel mese di marzo della nuova legge sulla cittadinanza. "Non posso non auspicare - ha detto il Presidente della Repubblica - una larga convergenza su una legge che, seppure nel nostro sistema giuridico non ha statuto costituzionale nella forma, presenta però un rilievo costituzionale nella sostanza, proprio perché decide chi merita di essere ammesso a pieno titolo nella nostra comunità, con tutti i diritti e i doveri che ne conseguono." Il Capo dello Stato si è inoltre limitato a osservare che "l'acquisizione della cittadinanza è sia una tappa finale di un processo di integrazione, sia uno strumento che incoraggia l'integrazione". Napolitano nel suo discorso ha citato il documento dei "Principi Fondamentali Condivisi" con il quale il Consiglio dell'Unione Europea ha individuato alcuni elementi necessari per una corretta strategia di integrazione degli immigrati: al primo posto ha collocato la seguente considerazione: "l'integrazione è un processo dinamico e bidirezionale di adattamento reciproco tra gli immigrati e i residenti negli stati membri". "Quello che viene suggerito - ha detto il Capo dello Stato - è dunque un processo di integrazione che coinvolge non solo le comunità immigrate, ma anche i cittadini di origine nazionale che devono imparare a familiarizzarsi con un fenomeno nuovo che a volte li inquieta e li preoccupa". Il terzo principio, suggerito nel documento del Consiglio, individua in un pieno inserimento nel mondo del lavoro un importante strumento di integrazione. "Tuttavia - ha ricordato il Presidente della Repubblica - molte ricerche empiriche volute dall'ILO, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, hanno messo in evidenza notevoli discriminazioni nei confronti dei lavoratori immigrati, anche quando diventano cittadini, anche quando sono nati e cresciuti nel paese". "La discriminazione, in particolare la discriminazione sul lavoro, non danneggia solo l'individuo che la subisce - ha ricordato Napolitano - ma anche il sistema economico che rinuncia a valorizzare adeguatamente il capitale umano disponibile. La discriminazione danneggia soprattutto i fondamenti di una convivenza democratica, che presuppone un equo trattamento di tutti gli individui". Nel secondo dei "Principi Fondamentali Condivisi" si sostiene che "l'integrazione implica il rispetto dei valori fondamentali dell'Unione Europea". Il Capo dello Stato ha voluto richiamare un principio cardine delle società democratiche considerandolo "il valore fondante dei valori condivisi: la tolleranza e l'accettazione del pluralismo". "In anni di guerre e sofferenze - ha concluso Napolitano - l'Europa ha capito che per vivere pacificamente insieme non si deve necessariamente credere nello stesso dio o servire le stesse idee politiche e, meno che meno, avere la pelle dello stesso colore." Al rispetto di questo principio fondamentale, il Presidente della Repubblica ha invitato tutti gli italiani, vecchi e nuovi.

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Pubblicato il: Mercoledì, 22 Agosto 2007 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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