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Nessuno racconta la normalità

03/02/2007

Gli esiti della tragica vicenda che ha interessato Erba, interrogano la nostra società civile e chiedono a tutti noi un surplus di riflessione

Gli esiti della tragica vicenda che ha interessato Erba, interrogano la nostra società civile e chiedono a tutti noi un surplus di riflessione. E’ significativo che vari organi di stampa abbiano considerato criticamente il modo in cui hanno affrontato all’inizio la vicenda, ma forse può essere utile cogliere questa occasione per iniziare una riflessione più approfondita. Mi pare necessario che si cominci a riflettere seriamente su come sempre più spesso la logica del 'capro espiatorio' permei la comunicazione relativa all’immigrazione e produca effetti devastanti in un corpo sociale profondamente inquieto e attraversato da paure crescenti. L’immigrazione è un fenomeno che appartiene ormai stabilmente al panorama del nostro paese, eppure la 'normalità' di questa presenza non sembra emergere. Tre milioni di immigrati che lavorano in Italia e producono il 5% del Pil continuano a fare meno notizia di un singolo caso di cronaca nera di cui può essere protagonista un immigrato. Appare perciò necessario interrogarsi su come viene costruita la figura pubblica dell’immigrato, su come i mezzi di comunicazione di massa concorrono a definirne la figura nell’immaginario collettivo, su come si formi, su questo tema, ciò che definiamo come 'senso comune'. E su questo punto mi sembra emerga un problema di fondo, perché la figura dell’immigrato viene presa in considerazione prevalentemente se fa 'spettacolo', non esiste mai nella sua normalità. L’immigrato esiste se delinque (o al limite se salva qualcuno mettendo a rischio la proprio vita): non appare quasi mai nella sua quotidiana attività lavorativa, scolastica, ecc. Emblematica da questo punto di vista è la vicenda di Lampedusa. Nonostante nel corso del 2006 siano diminuiti gli sbarchi nell’isola siciliana rispetto al 2005, durante tutti i mesi estivi si sono ripetuti gli allarmi sull’”invasione”, come se gli sbarchi fossero raddoppiati o triplicati. Parallelamente la maggioranza degli immigrati ha continuato ad entrare clandestinamente in Italia in autobus, dalle frontiere di terra, senza far notizia e senza che si aprisse una seria discussione sul perché siano costretti ad entrare in Italia clandestinamente. Il punto che voglio sollevare è in definitiva questo: Perché non aprire nel nostro paese una riflessione approfondita sul modo in cui stiamo diventando una società di immigrazione, nella quale i nuovi arrivati sono almeno in parte destinati a diventare cittadini così come i nostri nonni sono diventati cittadini statunitensi o francesi, dopo essere stati per altro storicamente una società di emigranti? In questo contesto è possibile che gli operatori dell’informazione, senza schierarsi con questa o quella parte politica, provino ad affrontare il tema dell’immigrazione nella sua complessità e non solo per gli aspetti che sconfinano nella cronaca nera? Il punto non è parlare bene o male degli immigrati ma parlare del fenomeno nel suo complesso, considerandone la ricchezza e la complessità. Capisco che questo sia difficile, in un contesto in cui la destra fa una sistematica e demagogica campagna di allarme sociale, alimentando paure, razzismo e odio sociale. Tuttavia mi pare che su questa capacità di trattare correttamente un grande fenomeno storico come l’immigrazione, si giochi il senso stesso della democrazia nel nostro paese. Questo quesito attraversa la società italiana ma, si tratti degli operatori dell’informazione come di chi opera nel campo della cultura, della comunicazione o delle pratiche sociali o della politica, avrebbe forse bisogno di un momento condiviso di riflessione. Perché non cogliere ora questa occasione e costruire insieme un tale appuntamento?

TAVOLA ROTONDA

“La percezione degli immigrati nella società italiana; il rischio del capro espiatorio e la normalità che nessuno racconta”

Ministero della Solidarietà sociale Roma, Sala delle Colonne via Poli 19 5 febbraio 2007 ore 9.30

Intervengono Paolo Ferrero - Ministro della Solidarietà Sociale Laura Boldrini - Portavoce Alto Commissariato per i rifugiati dell’ONU Alessandro Dal Lago - Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali - Università degli studi di Genova Lorenzo Del Boca - Presidente Ordine dei Giornalisti Roberto Natale - Articolo 21 Giuliano Ferrara - Direttore de Il Foglio Enrico Mentana - Direttore Editoriale di Mediaset - conduttore Matrix Gabriele Polo - Direttore de Il Manifesto Marco Revelli - Professore ordinario di Scienze dell’amministrazione - Università degli Studi del Piemonte orientale Anna Maria Rivera - Professore associato di Etnologia - Università degli Studi di Bari Paolo Serventi Longhi - Segretario Generale Federazione nazionale della stampa italiana Piero Sansonetti - Direttore di Liberazione Gennaro Schettino - Direttore di Metropoli Gigi Sullo - Direttore di Carta

Per informazioni pproietti@solidarietasociale.gov.it Fax al numero 0636754319 Tel. 0636754600 - 0636754642

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Pubblicato il: Mercoledì, 22 Agosto 2007 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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